05.03.2012

Nicola d'Altilia - sportmediaset

Il rammarico per il gol fantasma di Muntari in Milan-Juve non si è ancora assopito. E alla luce dei fatti dell'ultima giornata, in cui i guardalinee hanno assegnato tre gol simili, Adriano Galliani non nasconde la rabbia: "Ma non potevano vederli come ieri anche una settimana fa? Non capisco come si fa a non dare un gol con la palla dentro di un metro. Il gol di De Ceglie col Chievo? I fuorigioco sono di una difficoltà pazzesca".
Alcuni episodi (a favore di Roma, Genoa e Catania) hanno fatto tornare in mente gli eventi della sfida scudetto. Quando Romagnoli non si è accorto del pallone raccolto da Buffon ben oltre la riga bianca: "Tra l'altro quello di ieri alla Roma (colpo vincente di Borini per l'1-1, ndr) era a mezz'altezza e quindi più difficile da vedere di quello del Milan con il pallone rasoterra" ha spiegato Galliani. Che invece non ha nulla da ridire sulla rete di De Ceglie, realizzata in netto offside: "Non mi sono mai arrabbiato per i fuorigioco, sono di una difficoltà pazzesca e i guardalinee sono dei geni quando li beccano".
L'ad rossonero si è messo in viaggio con la squadra per Londra, dove il Milan dovrà difendere il risultato dell'andata: "Sarà una partita difficile contro una squadra temibilissima: chi ama il Milan da tanti anni sa che abbiamo sofferto anche quando avevamo vantaggi importanti, quindi bisogna andare in campo concentrati e decisi, senza pensare al 4-0". Ibrahimovic da Pallone d'Oro? "Bisogna vincere Champions o Mondiale, lo scudetto non basta. Spero comunque che Ibra ce la faccia". Chiusura su Van Persie: "Quando dico che è un grande giocatore non ci vuole molto per capirlo, ma sarebbe bello se tutti i desideri si trasformassero in realtà".
ndr. Meno male che a detta di alcuni giornali e “tifosi” Galliani aveva “abbassato” la testa di fronte alla Juve!

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Luvio Faiola - arsenal.co

Arsène Wenger insiste che non ci saranno giocatori a riposo per Martedì notte nello scontro di Champions League contro l'AC Milan.
L'Arsenal ha in testa che la seconda sfida con quattro gol di deficit dopo un terribile prima gara a San Siro, ma Wenger sta incitando i suoi giocatori a dare il loro meglio contro la probabilità.
"Non è un argomento per noi", ha detto il francese. "Vogliamo veramente andare avanti domani, vogliamo renderlo possibile.
"Io non sarei molto credibile dicendovi che vogliamo segnare cinque gol e poi lasciare Robin van Persie fuori.
"Non accetteremo di uscire dalla Champions League perché vogliamo rimanere dentro daremo il nostro meglio domani."

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Michele Dattoli - acmilan.com

Il Milan torna a Londra per difendere il 4-0 conquistato nell'andata degli Ottavi di finale di Uefa Champions League a San Siro. I rossoneri ed i Gunners si sono affrontati altre due volte nella loro storia:
Stagione 1994/1995
In palio la Supercoppa Europea, allora con gara di andata e ritorno. La prima gara si giocò in casa inglese, ad Highbury. La gara terminò con il risultato di 0-0. Nel ritorno a San Siro i rossoneri si imposero 2-0 e conquistarono il trofeo.
Stagione 2007/2008
Il Milan campione d'Europa in carica pesca l'Arsenal agli Ottavi. La gara d'andata si gioca ancora a Londra, questa volta però nella nuova casa dei Gunners, l'Emirates Stadium. Non cambia però il risultato, con la gara che si conclude 0-0. Invertito, invece, lo score del ritorno, con gli inglesi che si impongono 0-2 e passano il turno.
Nell'ultima gara di Premier League l'Arsenal ha superato il Liverpool in trasferta. Successo in rimonta per i Gunners con la doppietta di Van Persie a risposta dell'autogol di Koscielny

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Manuel Vanacore - Mundo deportivo

Ancora una volta nell'agenda rossonera compare il nome di Seydou Keita. Per la prossima stagione Il Milan spera di sottrarre al Barcellona il giocatore malíano, battendo la forte concorrenza di Liverpool e Bayern di Monaco, ugualmente interessate.  Stando alle indiscrezioni del "Mundo Deportivo" altro obiettivo milanista ” blaugrana” sarebbe invece Javier Mascherano: l'assalto al tuttofare del Barcellona dovrebbe partire dopo la cessione di Alexandre Pato.  Massimiliano Allegri continua a pensare al ' Jefecito ' (tradotto significa il "capetto") come sostituto di Gennaro Gattuso attualmente rimpiazzato più che egregiamente da Antonio Nocerino

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Lucio Faiola - dailymail.co.uk

Il Chelsea sta diventando un 'imbarazzo' per la Premier League dopo il licenziamento di Andre Villas-Boas appena otto mesi nel suo regno, secondo il chief executive Richard Bevan della League Managers Association.
Roman Abramovich sta cercando il suo ottavo manager da quando ha assunto il controllo del club dopo aver fatto a meno dei servizi del portoghese.
Il suo assistente Roberto Di Matteo sarà in carica fino alla fine della stagione.
Bevan ha aggiunto: 'Egli (Villas-Boas) è molto deluso, frustrato, amareggiato, ma i suoi pensieri erano per il club, i tifosi e anche per Roberto Di Matteo, augurando ogni bene per il resto della stagione.
'E' ovviamente un uomo che ha giocato sei anni o giù di lì per il club e ha una buona esperienza manageriale con il West Brom in Premier League. '
Bevan ha sostenuto che i frequenti cambiamenti gestionali a Stamford Bridge non hanno aiutato Villas-Boas sviluppare un rapporto con i suoi giocatori.
'I giocatori devono sapere che la strategia del manager e il suo lavoro non è in discussione, c'è un mandato chiaro,' ha detto.
'Si ottiene successo con il tempo, e la stabilità verranno da questo. Altrimenti è molto difficile per un manager come Andre imporre la sua filosofia e costruire una squadra.'
Da un lato Villas-Boas aveva vinto solo tre volte in 12 partite di campionato e ha avuto la più bassa percentuale di vincita di qualsiasi allenatore del Chelsea da Glenn Hoddle.
Bevan ha aggiunto: 'Questo potrebbe essere il caso. Dopo soli otto mesi non si può costruire quel tipo di successo.
'Il club può ancora competere nelle fasi finali della Champions League, la FA Cup e la lotta per il quarto posto. Se si desidera il successo si deve guardare al lungo termine.'

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Alberto Re - Gazzetta dello Sport

Il duello tra Milan e Juve si declina in Francia sull'interesse per il terzino sinistro argentino Fabian Monzon, specialista dal dischetto (5 reti), ma che il Nizza dichiara incedibile, nonostante l'interesse anche di squadre tedesche e spagnole. Secondo il sito Mercato365 la Roma valuta con attenzione il profilo del centrocampista Carlos Sanchez del Valenciennes dove gioca dal 2007 e contribuisce a una stagione di buon livello. Il colombiano, libero a giugno, piace pure a Fulham, Valencia e Werder Brema. Ma i giallorossi avrebbero già stabilito un contatto diretto. Infine, il Torino, molto attivo sul fronte francese, ha nel mirino il difensore polacco Dariusz Dudka, 28 anni, l'anno scorso in Champions League con l'Auxerre che quest'anno cerca solo di non scivolare in Ligue 2

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Alberto Re - Gazzetta dello Sport

Massimiliano Allegri si gode una giornata clamorosamente a favore del suo Milan. Non solo la vittoria di Palermo, contro una squadra ieri imbarazzante ma che negli ultimi anni aveva sempre creato problemi ai rossoneri, ma anche il passo falso di una Juve che oltretutto pare un po' sulle ginocchia. Ma Allegri si consola anche con il ritorno in gruppo di Alberto Aquilani, con Rino Gattuso che spera di ottenere in settimana l'idoneità a giocare e Antonio Cassano che prosegue sulla strada del recupero e oggi si è concesso anche qualche tiro in porta. Il tecnico rossonero elogia ancora i suoi: "La squadra a Palermo ha fatto un'ottima partita, specie nel primo tempo. Poi nella ripresa siamo stati bravi a gestire e a ripartire cercando il quarto gol. C'è stata qualche incertezza nel finale, ma abbiamo fatto bene. La squadra rosanero fino a ieri in casa aveva fatto benissimo, con molta qualità nei singoli. Poi la gara si è messa in discesa, ma non era semplice". Allegri quindi si sofferma sui suoi giocatori. "Thiago Silva oltre alla prestazione ha fatto gol, ma vorrei sottolineare anche le prove di Ibrahimovic e Robinho, autore di molti assist. Era stato frenato solo dagli infortuni. Ibra invece è rientrato con voglia ed entusiasmo: sta facendo molti gol oltre agli assist che ha sempre fatto. La sua è una grande annata, speriamo che mantenga questa media. Antonini ed Emanuelson? Stanno meglio, ma valuteremo domani mattina in vista dell'Arsenal"

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Alberto Re - il Giornale

Ha fatto gol anche in areoporto, a Palermo, Zlatan Ibrahimovic. È stato lui, con un urlo belluino, a dare la notizia del pareggio del Chievo al resto del Milan fermo al bar in attesa del cambio di veivolo per rientrare a Milano Malpensa. «Gol, gol, gol del Chievo» ha gridato Ibra e tutto il Milan ha avuto un altro sussulto. È stato il quarto sigillo di una serata da incorniciare. E non solo per il pallone firmato da tutti i suoi sodali e portato a casa in regalo ai due bambini biondissimi. Come si può cogliere da questo dettaglio, Ibrahimovic non ha smesso di pensare al duello tricolore con la Juve nemmeno a notte fonda quando pure il furore della squadra di Antonio Conte stava diventando un preoccupante disordine. È il segno forse più completo del suo coinvolgimento emotivo oltre che fisico nel nuovo club che lo ha conquistato negli affetti e nei progetti. Non è un mistero che insieme con moglie abbia messo a punto l'idea di cedere il villone familiare a Malmoe per comprare casa a Milano, Milano centro, dove piantare le tende smentendo così tutti i «boatos» che lo vorrebbero interessato alle sirene spagnole del Real Madrid o a un ricongiungimento con Mourinho. «Con Galliani parlo tutti i giorni ma non di contratto» è la sua spiegazione parziale a questo nuovo rapporto col Milan e con i milanisti che non si configura con la voglia di strappare altri soldi o col numero industriale di gol messi a disposizione del club. «La verità è che ho molto sofferto per la squalifica e sono tornato con dentro una rabbia positiva» l'altra spiegazione della tripletta, la seconda made in Italy, la prima con la maglia rossonera e dopo la quale aveva anche immaginato di poter chiedere il cambio. «Speriamo che mantenga questa media prodigiosa» è il pronostico di Allegri che lo ha lasciato in campo fino alla fine per sottolineare le responsabilità finite sulle sue larghe spalle. 25 gol in 28 presenze, nella stagione, sono cifre da capogiro, specie se è possibile dividerle per tornei ricavandone una media prodigiosa (in campionato 0,8 gol a partita, quasi un gol ogni 90 minuti), una specie di assicurazione sulla vita, con qualche ritardo (prima di Palermo il sigillo contro il Cagliari su punizione il 29 gennaio) pienamente giustificato da squalifiche e cali di rendimento. Per Ibrahimovic, il Milan e Allegri han cambiato preparazione. L'anno prima arrivò da Barcellona l'ultimo giorno di agosto, questa volta preparatori e fisioterapisti hanno lavorato sodo dal primo giorno di raduno, Allegri gli ha concesso un supplemento di vacanza incassando un fatturato da Pallone d'oro. Ecco la sua superba sequenza: 18 gol in campionato, 5 in Champions league, 1 gol in coppa Italia (su 2 presenze), 1 gol in supercoppa d'Italia. Tra qualche giorno avrà al suo fianco il meglio dell'artiglieria milanista: Gattuso sta per tornare (è in attesa dell'idoneità), al pari di Aquilani (in partenza per Londra), Boateng e Flamini, anche Cassano ha cominciato a toccare il pallone accelerando il piano di recupero previsto ai tempi dell'intervento al cuore. «Il merito non è solo mio ma di tutto il Milan» è stato il riconoscimento dell'ex grande solista che ha cominciato a giocare e a pensare da leader del gruppo. Senza egoismi. Solo Arsen Wenger, storico manager dell'Arsenal, ai tempi non intuì il talento satraordinario di quel gigante del calcio, cresciuto in strada a Malmoe e poi via via affinatosi con la tecnica e la tattica, attraverso la scuola italiana di Capello e Mancini, transitando da Mourinho e infine rientrando a Milanello da Barcellona per evidente incompatibilità con Guardiola e il suo calcio ritmato. «Wenger non doveva chiamarmi per un provino: o mi conosci e mi prendi, o niente. Perciò andai all'Ajax e fu una scelta felice» il ricordo del precedente pubblicato dal Sun con intervista allo svedesone che nella stagione dei tanti tabù sfatati punta a seppellirne altri. Come il record di gol (25 detenuto ai tempi dell'Inter) e l'idiosincrasia alla Champions che fu per molti mesi la sua ossessione

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