27.03.2012

news del 27/03/2012

Lucio Faiola - gazzetta.it

Quando alleni la squadra più forte del mondo tutti danno per scontato che tu debba vincere. Pep Guardiola lo dice sempre: questo è uno degli aspetti che gli piacciono meno allenando i suoi fenomeni. Così, anche alla vigilia del quarto di finale di Champions, l'allenatore dei 12 trofei vinti su 15 sceglie il basso profilo: "Dobbiamo farci trovare pronti ai momenti difficili che vivremo domani. Perché ne avremo: mi aspetto il miglior Milan possibile. I rossoneri hanno ottimi giocatori come Ibra e siamo consapevoli che se non giochiamo bene non passiamo. Si affrontano due squadre forti, andrà avanti chi è più forte caratterialmente". Guardiola, uomo colto e poliglotta, evita la domanda sulla strategia dei blaugrana mettendola sul ridere: "Domani difenderemo con sette giocatori tutti sotto la traversa. Seriamente, ci sarà molta pressione su di noi. Giocheremo come al solito, quindi cercheremo di attaccare e fare gol. Segnare in trasferta è molto importante e questo è uno dei principali obiettivi". Il Barcellona, a differenza del Milan, è ancora in corsa per tre titoli, ma Guardiola vola basso. "Un sogno come questo non si prepara, si realizza partita dopo partita, e così è stato anche l'anno scorso. Quando giochi bene pensi di poter vincere tutto. Pochi giorni fa prima della partita di Coppa Italia con la Juve, Galliani ha detto che poteva vincere tutto, il giorno dopo no. Quindi pensiamo partita per partita". Ovviamente non manca la domanda su Lionel Messi. "Leo adora giocare, è pronto per il momento più importante della stagione. Stiamo cercando di aiutarlo a cercare la posizione in campo dove può più facilmente ricevere palla e creare col suo talento immenso. Ibrahimovic? Lo dico sempre, a Barcellona ha giocato una stagione straordinaria, nei 99 punti raccolti quell'anno in campionato c'è molto di suo. Ci ha aiutato in campionato e Champions. D'altronde dovunque è andato è sempre stato un giocatore decisivo. E comunque domani non sarà Barcellona contro Ibrahimovic".

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Lucio Faiola - skysport24

Da quanto riferito dall'inviata di sky sport, 24 Vera Spadini, questa sera, intorno alle 21.00, una rappresentanza della Curva Sud Milano sarà presente fuori dai cancelli di Milanello, per incitare la squadra nella difficile partita di domani sera contro il Barcellona, a San Siro, così come avvenne nel Derby di ritorno dello scorso campionato, vinto 3 a 0.

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Lucio Faiola - acmilan.com

MILANO - Ecco la lista dei 20 convocati rossoneri in vista della gara di domani sera a San Siro contro il Barcellona: 
Abbiati, Amelia, Antonini, Bonera, De Sciglio, Mesbah, Mexes, Nesta, Zambrotta, Yepes, Ambrosini, Aquilani, Boateng, Emanuelson, Nocerino, Seedorf, El Shaarawy, Ibrahimovic, Maxi Lopez, Robinho.


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Lucio Faiola - acmilan.com

MILANO - Alla vigilia di Milan-Barcellona, lo score di Zlatan Ibrahimovic è omnicomprensivo. E' l'unico Rossonero ad aver segnato in tutte le competizioni cui ha preso parte il Milan: 22 reti in Campionato, 5 in Champions League, 1 in Coppa Italia, 1 in Supercoppa di Lega. Fanno 29 gol in 33 partite. Zlatan Ibrahimovic è in costante vantaggio sulla sua prima stagione rossonera. I suoi gol, presi mese per mese, segnalano da Ottobre 2011 ad oggi un miglioramento sensibile, in tutti i periodi della nuova stagione, da parte del fuoriclasse svedese.Dallo scorso Ottobre ad oggi non c'è un solo mese in cui Ibra abbia segnato meno della scorsa stagione.
Ecco il dettaglio:
OTTOBRE: 2010 2 GOL - 2011 4 GOL
NOVEMBRE: 2010 4 GOL - 2011 5 GOL
DICEMBRE: 2010 2 GOL - 2011 4 GOL
GENNAIO: 2011 5 GOL - 2012 5 GOL
FEBBRAIO: 2011 1 GOL - 2012 1 GOL
MARZO: 2011 0 GOL - 2012 7 GOL

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Manuel Vanacorecalciomercatonews.com

EssienIl Milan in estate potrebbe perdere qualche centrocampista di troppo. Molti i calciatori in scadenza di contratto, da Van Bommel ad Ambrosini passando per Seedorf e Flamini. I rossoneri non vogliono rimanere impreparati e oltre a Montolivo, che dovrebbe arrivare dalla Fiorentina a parametro zero, starebbero pensando anche a Michael Essien, centrocampista ghanese classe 82′ che ha un contratto fino al 2014 con il Chelsea, secondo indiscrezioni raccolte in esclusiva da Calciomercatonews.com Il giocatore nigeriano ha un valore di circa 20 milioni di euro, il suo futuro al Chelsea è tutto ancora da capire visto che Essien non ha digerito alcuni comportamenti del club londinese durante il periodo di Villas Boas in cui è rimasto fuori per scelte tecnica. Galliani spera di abbassare il prezzo del 30enne londinese. Per ora però il Milan ha preso solo qualche informazioni, ma il giocatore piace.

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Manuel Vanacoretuttomercatoweb.com

Allegri

Più vicino a Guardiola o Mourinho? Sono due allenatori molto distanti che allenano due formazioni che rispecchiano i loro caratteri.Se è più divertente o stressante allenare Ibrahimovic? E' molto semplice allenare Ibra. E' un ragazzo eccezionale, che da tanto alla squadra e ai compagni.Come si vive la notte prima del match contro il Barça di Messi? Quando finisce l'allenamento di oggi e hai cercato di preparare al meglio la partita puoi dormire serenamente. E' più facile che non dorma dopo la gara che prima.Momento peggiore per gli infortuni? Dispiace per le assenze che ci sono e per aver perso Thiago Silva domenica. Mi sarebbe piaciuto affrontare il Barcellona al completo, ma questo non vuol dire che non siamo pronti per affrontare la formazione spagnola.Chiudersi per fermare il Barça? Per i giocatori che ho a disposizione credo sia dura fare una gara come quella dell'Inter di Mourinho al Camp Nou. Quell'Inter era più fisica di noi che invece abbiamo più tecnica. Questa squadra fa fatica a difendersi vicino all'area di rigore. Anche contro la Juventus quando ci siamo abbassati abbiamo incassato gol.Quanto peserà l'assenza di Thiago Silva? Thiago è un campione e sicuramente mancherà. Nesta però sta bene e oltre a lui ho altri giocatori a disposizione.Le qualità del Milan? Sabato in una partita di grossa difficoltà la squadra ha ribaltato il risultato e tutti hanno continuato a lavorare anche dopo il risultato acquisito. Oltre alle qualità tecniche il Milan ha tutte le qualità che servono per fare di questo un grande gruppo.Il risultato perfetto? Non c'è. Contro l'Arsenal abbiamo segnato quattro gol all'andata e poi ne abbiamo presi tre al ritorno. Sicuramente quella di domani è la gara più importante per noi in vista di Barcellona.Cosa fare o non fare domani? Servirà coraggio in un doppio confronto come quello che ci attende. Come ho già detto servono gol e incassare meno gol.Altre individualità oltre a Messi? L'argentino è solo la punta di una formazione di grandissimi livello. Serviranno pochissimi errori e una mentalità offensiva perché per passare il turno serve segnare.Preparazione particolare? Sul piano tattico oggi abbiamo l'ultimo allenamento e proveremo alcune situazioni. Sul piano delle motivazioni quando affronti una gara del genere non devi caricare molto la squadra. Tutto viene da se.Queste le dichiarazioni di Massimiliano Allegri, tecnico del Milan alla vigilia del match di Champions League contro il Barcellona: "Affronteremo la squadra più forte d'Europa, la detentrice del trofeo. Servirà una grande prestazione. Le due partite del girone sono state diverse: l'andata è stata prettamente difensiva da parte nostra, mentre la seconda è stata più aperta, con gol e tante occasioni. Domani servirà una prestazione come quella. Giocando in quel modo ci prendiamo qualche rischio, abbiamo commesso qualche errore che contro una formazione come il Barça devi ridurre.

IbraSulla Liga: "Vorrei vincesse il Barcellona".Sulla Svezia che tifa per lui: "Ci penso tanto. Sono svedese, le cose la faccio anche per tutti gli svedesi".Ancora sull'esperienza al Barcellona: "Secondo me ho fatto bene. Potevano però andare meglio, questo sicuramente".Sugli ex compagni del Barcellona: "Sono ancora in contatto con molti di loro. Sono tutti bravi ragazzi. Messi sta crescendo, sta battendo tutti i record. Spero che continui così".Ancora sulla sua esperienza al Barcellona: "Era un sogno per me andare al Barcellona. Dispiace sia durato solo un anno. Ma nel calcio mai dire mai, non si sa cosa può succedere. Ho vinto, giocato nel club più forte del mondo". Sulle parole di Laporta nei suoi confronti (l'acquisto di Ibra è stato un errore, ndr): "Non mi interessa l'opinione degli altri. Prima che andassi al Barça non aveva detto queste parole".Su Messi: "Non so se in Italia avrebbe fatto queste cose. Contano tanti fattori, ma Messi rimane un giocatore formidabile".Queste le parole di Zlatan Ibrahimovic nella conferenza pre partita del match di andata dei quarti di finale contro il Barcellona. Sulla sfida contro il Barcellona: "Siamo pronti, aspettavamo questa partita d qualche giorno. Scenderò in campo per fare del mio meglio, poi vediamo". Sulla sua stagione: "Tutta la squadra dovrà fare un partita perfetta. Giochiamo contro la squadra più forte del mondo. Non possiamo permetterci di perdere, vogliamo passare il turno". Su Messi e Ronaldo: "Parlano gli altri dei paragoni, io penso a giocare bene. Non è importante sapere chi è il più forte, spero di continuare a fare bene. Se vinci trofei come la Champions è chiaro che diventi un giocatore più importante". Sulla forza del Milan: "Noi faremo il nostro gioco, non sappiamo quale sia il punto debole del Barcellona, altrimenti l'avremmo battuto in precedenza". Sull'importanza della partita contro il Barça: "E' importante per me, ma per tutti. Il Milan per tradizione ha sempre fatto sempre bene in Champions. Per questo vogliamo ripeterci".Sulla finale: "Dopo questa partita c'è la gara di ritorno. Non possiamo pensare che se buttiamo fuori il Barcellona siamo già in finale". Sul suo futuro: "La mia famiglia sta bene in Italia, qui sto bene. Normale pensare di continuare a vivere qui. Il mio futuro è qua. Ho altri due anni di contratto col Milan, dopo non so cosa farò".Sull'Italia: "Mi piace la mentalità degli italiani. Nel Milan mi vogliono bene, i miei bimbi sono più italiani di me".Sull'atteggiamento da tenere: "Ripeto: dobbiamo giocare come sappiamo. Il calcio per me non è difensivo, ma dipende da cosa vuole il mister. Se giochi in casa è importante fare un buon risultato. Non abbiamo nulla da perdere, dobbiamo provarci".Su Guardiola: "Il passato è passato. Lui ha i suoi problemi, io i miei. Non so come ci saluteremo".Sulla stagione: "Abbiamo quasi raggiunto la finale di Coppa Italia, siamo prima in campionato. Adesso pensiamo alla Champions". Sull'importanza sua nel Milan: "Sto facendo bene grazie ai compagni. Senza di loro non farei tutti questi gol".Sui tifosi in Brasile: "Mi fa piacere avere tanti fan in Brasile. Il calciatori brasiliani sono i più forti di tutti".

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Manuel Vanacoretuttomercatoweb.com

IbraZlatan Ibrahimovic è l'attaccante rossonero con la miglior media realizzativa dell'era Berlusconi. La classifica, tanto cara all'amministratore delegato Adriano Galliani, vede Ibra trionfare con 50 reti in 74 gare. La media dello svedese è di 0,68 gol per partita. Di seguito il resto della graduatoria: Ibrahimovic 0.68 van Basten 0.62 Shevchenko 0.54 Pato 0.43 Inzaghi 0.42 Weah 0.39 Kakà 0.35 Gullit e Simone 0.29 Massaro 0.23.

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Manuel Vanacoretuttomercatoweb.com

Muriel"Su Luis Muriel ci sono tante squadre". Parla così a TuttoMercatoWeb.com Helmuth Wennin, agente del colombiano di proprietà dell'Udinese e quest'anno in forza al Lecce, visionato domenica a Novara da Ariedo Braida in compagnia dell'agente Fifa Giuseppe Riso, vicino alla stanza dei bottoni rossonera. Tuttavia il futuro di Muriel non sarà, almeno nell'immediato, colorato di rosso e nero. "Luis - dice Wenin - pensa a chiudere bene la stagione con il Lecce. E il prossimo anno non verrà fatto alcun trasferimento né al Milan e né in altre squadre, perché si giocherà le sue carte all'Udinese. Anzi - conclude - è già concentrato affinché possa fare ciò al meglio delle sue possibilità"

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Manuel VanacoreCorriere dello Sport

Wenger

Sulle pagine del Corriere dello Sport, troviamo alcune dichiarazioni di Arsene Wenger, tecnico dell'Arsenal, in merito alla squadra favorita per vincere la Champions League: "Il Barcellona è la super favorita per vincere il torneo, mentre il Milan non hanno possibilità di vincere la Champions League. I rossoneri giocano molto bene a livello di collettivo, ma non credo che siano all'altezza per una vittoria finale. Pur avendo un grande Ibrahmovic, hanno qualche punto debole".

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Manuel Vanacore - tuttomercatoweb.com

Emanuelson

Secondo quanto riportato da Carlo Pellegatti, in collegamento da Milanello per Studiosport, la presenza di Urby Emanuelson per l’andata di Champions contro il Barcellona sarebbe in dubbio. L’olandese, infatti, unico giocatore della rosa rossonera a non aver subito infortuni in questa stagione, ha accusato un problema alla caviglia, che potrebbe appunto escluderlo dal match di mercoledì.

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Alberto Re - Goal.com

Il Barcellona è la squadra più forte del Mondo, gioca un calcio spettacolare, inarrivabile, quasi marziano. C’è chi addirittura si è spinta a definirla la squadra più forte di tutti i tempi: gli amanti del Milan di Sacchi, del Santos di Pelé, del Real di Puskas e Di Stefano storceranno il naso. Impossibile comparare stili, periodi, tattiche e tecniche di altra epoca, ma di certo entra nell’elite delle più grandi. Detto questo, non è imbattibile. Come dimostra la Liga in corso ma, soprattutto, come ci ha svelato l’Inter di Mourinho due anni fa.
Innanzitutto, il Barça quest’anno ha un grandissimo difetto: in trasferta si sgonfia. Il divario accumulato nei confronti del Real si spiega interamente con le prestazioni lontano da casa: al Camp Nou i blaugrana sono una macchina da guerra, senza l’apporto del pubblico amico diventano una squadra normale, con tutte le sue paure e le sue lacune. Questo, in realtà, è più vero in campionato che non in Champions: come dicevamo qualche giorno fa, i ragazzi di Pep difficilmente sbagliano l’approccio quando si tratta di un grande evento.
Anzi, in quelle occasioni smettono le pantofole per indossare il frac. Tuttavia, senza le misure del terreno di casa, il profumo della sua erba, Messi & soci palesano più problemi di quanti non ne abbiano in casa.
Non perdono mai la trebisonda (anche nel 3-1 subito due anni fa a San Siro dall’Inter rimasero in partita fino all’ultimo e, anzi, probabilmente avrebbero meritato qualcosina di più), ma comunque possono andare in difficoltà adottando le giuste contromisure.
Dunque, come si batte – o si può tentare di battere – questo Barcellona? Il ritmo deve restare alto, perché se gli si concede di rallentare, rischi di essere spazzato via come uno tsunami quando decidono di riaccendere il turbo.
Bisognerà chiudere il più possibile gli spazi al centro, dando però un occhio soprattutto alle sovrapposizioni di Dani Alves sulla destra, praticamente un attaccante aggiunto; occhio, infine, agli inserimenti di Xavi e Iniesta.
Ci rendiamo conto che detta così può sembrare un’impresa, ma c’è chi l’impresa l’ha compiuta non tanto tempo fa. Come? Stringendo le linee, appunto, e – poi - ripartendo in contropiede. Il Milan è una squadra che non sa difendersi o – meglio – non sa impostare una partita solo difensiva (la gara contro l’Arsenal da questo punto di vista deve servire da lezione). Diciamo che è allergico al catenaccio.
Ma qui gli si chiede un’altra cosa e cioè di abbassarsi per serrare le fila e approfittare degli spazi che dietro il Barça concede. E questo i rossoneri lo sanno fare molto bene (vedere il secondo goal di Ibra contro la Roma per credere). Deve farlo meglio della gara del girone, però, quando il pendolo di Busquets tra centrocampo e attacco non funzionava bene e sulle fasce c’erano praterie rimaste però inesplorate.

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Alberto Re - Sportmediaset

Nessuna paura del Barça quando ti chiami Milan. Nemmeno per uno che in rossonero è arrivato da poco: "Questo gruppo è sempre in grado di fare la differenza - spiega Antonio Nocerino alla vigilia dei quarti di Champions League -. Quando manca qualcuno, gli altri fanno sempre bene. Possiamo superare qualsiasi difficoltà, anche il Barcellona". Il centrocampista ex Palermo si esalta: "Penso sia la partita più importante della mia carriera".
La più importante ma non l'unica. Perché adesso che Allegri gli ha dato spazio, Nocerino vuole prendersi il Milan fino in fondo: "Spero sia anche la prima di una grande serie di partite per me - ha confessato al 'Corriere dello Sport' -, anche se il mio esordio in Champions è avvenuto proprio a Barcellona. E' stata una bella emozione e da quella volta ho sfruttato tutte le opportunità che il mister mi ha concesso". Ringraziando a suon di gol: "Ma in Champions manca. Potevo farlo a Londra, ma per me è più importante portare a casa punti e trofei. Il Milan ha rimontato in campionato in piena emergenza. Possiamo andare avanti anche in Champions e fare l'impresa".
Un pensiero, d'obbligo, è rivolto al suo assistman preferito: "Ibra non ha nulla da invidiare a Messi e Ronaldo: ha sempre vinto e segnato in Italia, il campionato più difficile. Sono felice di essere suo compagno, come Cassano e Robinho è uno che predilige l'assist. E' un ragazzo semplice e normale, anche se si arrabbia. Che professionista...".

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Lucio Faiola - uefa.com

Il centrocampista del Milan racconta alla rivista Champions della sua infanzia difficile in Germania e degli incoraggiamenti del fratello maggiore che l'hanno spinto ad emergere nel calcio professionistico.
Nello stralcio dell'intervista contenuta nel 52esimo numero di Champions, il centrocampista dell'AC Milan Kevin-Prince Boateng racconta la sua infanzia a Berlino e parla dei suoi idoli sportivi.
Com'è stato crescere a Berlino?
E' un po' come crescere a Londra, nel quartiere di Tottenham, forse. Molta disoccupazione e criminalità. Ma nessuno è esente da difficoltà nella vita, e a me è toccato crescere in una zona difficile di Berlino. Mi ha aiutato molto a diventare un calciatore professionista e un modello sportivo positivo. I bambini piccoli di Berlino mi guardano come esempio. La mia missione è questa: dimostrare loro che è possibile raggiungere i propri obiettivi anche venendo da un contesto difficile.
Il background simile ti ha aiutato a 'legare' subito con Zlatan Ibrahimovic?
Dal primo giorno siamo diventati grandi amici, ci siamo capiti subito, scherzando molto insieme. Credo che il background simile ci abbia aiutato a legare così bene sin da subito.
Hai sempre voluto diventare un calciatore professionista?
Non proprio. Quando si è giovani non si pensa troppo a quello che si vuole diventare. Volevo soltanto giocare a calcio perché mi divertivo molto. Ho iniziato a sognare di diventare un calciatore professionista intorno ai 16 anni.
Qual è stata la figura determinante nella tua crescita?
Il calcio è sempre stato presente nella mia famiglia. Mio padre, mio fratello maggiore, i miei fratelli minori e perfino mio madre giocavano a calcio. La figura più importante è stato mio fratello più grande, che mi ha sempre incoraggiato con forza – a volte anche troppa – visto che lui non ce l'aveva fatta a diventare calciatore, pur essendo un grande talento. Crescere in quell'ambiente mi ha aiutato a diventare un calciatore professionista.
Chi sono stati i tuoi idoli del calcio?
Ho ammirato molti calciatori, ma Pelé è stato il mio idolo più grande perché era una persona di colore che aveva raggiunto il successo a suon di gol. Mi piaceva molto anche Rivaldo, anche perchè ho sempre pensato di avere caratteristiche simili a lui.
Qualche idolo al di fuori del calcio?
Il mio idolo più grande è Muhammad Ali, e naturalmente Michael Jordan. Ci sono molti sportivi che apprezzo, ma loro due sono incredibili.
Quali sono i tuoi hobby al di fuori del calcio?
Il basket è uno dei miei sport preferiti. Mi piace giocarlo e guardarlo in tv. Mi piace anche cantare e ballare.
Hai tantissimi tatuaggi? Hanno tutti un significato particolare?
Tanti sono tatuaggi con un significato, che hanno una 'storia' dietro, molti significano meno, però sì, mi piacciono molto i tatuaggi ed è per questo che ne ho molti in tutto il corpo.
Da dove viene l'esultanza acrobatica dopo i gol?
Dipende dal momento, a volte esulto senza troppa enfasi, a volte esplodo esultando come un pazzo. Prima non segnavo molto e avevo più tempo per pensare all'esultanza, adesso faccio quello che mi viene al momento.
Abbiamo visto il tuo 'moonwalk' davanti a migliaia di persone a San Siro in occasione dei festeggiamenti per lo Scudetto lo scorso anno. Anche Michael Jackson era un tuo idolo?
E' stato un mio eroe durante tutta l'infanzia e lo è ancora oggi visto che ascolto ancora la sua musica. Per me è il migliore cantante, cantautore e ballerino: tutto. Tutti lo copiano. C'è un po' di Michael Jackson in ogni cantante e cantautore. La sua morte è stato uno choc per me. Le sue parole mi hanno aiutato a superare molti momenti difficili. Avevo detto una volta nello spogliatoio che avrei fatto il 'moonwalk' se avessimo vinto il campionato, e la stampa ha cavalcato quella promessa. Ma è stato bello.
Se il Milan dovesse vincere il campionato anche quest'anno, come lo festeggerai?
Non prometto più nulla! Vedremo. Prima di tutto dobbiamo vincerlo, che è la cosa più importante.

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Lucio Faiola - il Giornale

Per il Milan di Silvio Berlusconi e il suo popolo in amore, Barcellona è da sempre considerata la città santa. Fu nella capitale catalana, estate dell’86, a pochi mesi dall’acquisto del club, «un affare di cuore», che il Cavaliere cominciò a comporre il magico puzzle rossonero. Al seguito del Milan di Liedholm né scoprì i difetti persino contenuti nella dieta alimentare inadatta a una squadra di calcio, ma poi ebbe occhi solo per le trecce di un gigante color ebano, olandese, Ruud Gullit, schierato libero dal Psv Eindhoven. Su quelle spalle possenti, giusto un anno dopo, fondò il Milan che avrebbe stregato l’Italia e l’Europa con un calcio unico e inimitabile. L’appuntamento con la storia, tanto per cambiare, fu a Barcellona, sede della finale 1989, la prima di una carriera senza limiti, colma di record anzi: la Steaua, la preghiera nella cappella del Camp Nou al «dio degli eserciti» e la goleada olandese di Gullit e Van Basten furono il corollario a una processione, 80 mila tifosi che occuparono lo stadio, «una città trasferita in un’altra città». Barcellona è la città del destino berlusconiano, di sicuro. Perché un anno dopo, al cospetto del Barça, Arrigo Sacchi e i suoi vinsero la prima supercoppa d’Europa al culmine di un viaggio in aereo avventuroso (la turbolenza all’altezza di Marsiglia provocò panico a bordo, Tassotti e Massaro in lacrime, e molti vassoi di caffè rovesciati sui passeggeri). E perché nel maggio del ’94, la storia calcistica e politica del Belpaese registrò un curiosissimo intreccio: mentre al Senato Silvio Berlusconi riscuoteva la fiducia al suo primo Governo dopo le elezioni del 27 marzo, il Milan in quel di Atene, nella finale di Champions, sotterrava il presuntuoso Barcellona di Cruyff con un 4 a 0 spettacolare. Non c’erano nè Baresi, nè Costacurta, squalificati. Chissà se vorrà dire qualcosa per Allegri rimasto privo di Thiago Silva, il suo Ibrahimovic della difesa. Nella semifinale del 2006, qualche mese prima che esplodesse calciopoli, il Milan capitolò a Barcellona dando via libera alla Champions catalana conquistata a Parigi: Giuly incantò San Siro con un gol suggerito da Dinho, Shevchenko stregò la platea del Camp Nou ma il suo gol venne cancellato da un inspiegabile fischio dell’arbitro. Fu la spinta, ad ascoltare la ricostruzione di Ancelotti, verso la successiva marcia trionfale per chiudere i conti col Liverpool, l’anno dopo. I rapporti diplomatici tra Milan e Barcellona sono stati da sempre eccellenti. Numerosi gli scambi di calciatori, a dimostrazione di una affinità elettiva tra i due club. Demetrio Albertini, prima di lasciare Milanello e la sua maglia a Pirlo, si promise al Barcellona diventandone uno degli uomini simbolo: il sodalizio con Puyol e Guardiola, il più significativo. Dalla Spagna sono arrivati in tanti a miracol mostrare: Ronaldinho, il più coccolato dall’ex premier, Rivaldo il più amato da Adriano Galliani, Van Bommel adesso, il più stimato da Max Allegri. Ma il più decisivo del plotoncino è ancora e sempre lui, Zlatan Ibrahimovic, l’ultimo arrivato, voluto al fianco di Messi da La Porta, il presidente che lasciò una voragine di debiti e che adesso, intervista di Concita De Gregorio su Repubblica, riconosce in Silvio Berlusconi «un gran seduttore » e nel Milan di Arrigo Sacchi «un megastore» scommettendo però sul fatto che l’attuale Barça «è più forte». Fu proprio grazie a questo avvocato che vuole darsi alla politica, che Galliani riuscì a strappare Ibra alla modica cifra di 24 milioni pagabili in 3 rate. Il suo successore, Rosell, doveva coprire un buco in bilancio grande così! Barcellona è la città santa per il Milan berlusconiano, il Barça il rivale più attraente, capace di far dire a Galliani, «queste sono le sfide che ci eccitano, non abbiamo avuto fortuna col sorteggio ma anche loro non sono contenti». E anche di richiamare a San Siro, per questo quarto di finale, la bellezza di 300 giornalisti accreditati tra cui 70 fotografi, 20 radio e 45 televisioni tra italiane e straniere. Per concentrarsi sulle scelte da fare, ieri Allegri è partito per una biciclettata di circa 45 minuti. Chissà se si farà fermato in qualche santuario della zona.

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