di Guglielmo Mastroianni
Mancano poche ore alla fine del mercato invernale, e finalmente si delinea chiaramente quella che è stata la strategia del Milan.
Su richiesta del proprio allenatore, Galliani ha cercato un terzino, un centrocampista e un attaccante.
Il terzino, ceduto Taiwo in prestito al QPR, è stato identificato in Djamel Mesbah del Lecce, pagato due noccioline; a centrocampo, stante l'impossibilità di arrivare subito a Montolivo, trattenuto gelosamente da Corvino che preferisce perderlo gratis a giugno, si è deciso di riportare a casa Merkel, ulteriormente maturato nei mesi genovesi.
Fin qui, il tutto senza spendere praticamente nulla, come il regime di austerity impone in questo periodo.
In attacco, c'era da sostituire Antonio Cassano.
E la situazione è diventata ingarbugliata, ma allo stesso tempo intrigante.
Perchè da subito Galliani, su suggerimento di Raiola, ha messo gli occhi su Carlitos Tevez, in rotta con Mancini e col Manchester City.
La storia della trattativa è nota, inutile rivangarla.
C'è da tenere un solo punto fermo: Tevez ha garantito aveva garantito a Galliani che avrebbe aspettato il Milan fino all'ultimo momento utile, anche a costo di rimanere fermo altri sei mesi.
Detto fatto.
A nulla è valso l'assalto a Fort Apache degli sceicchi parigini del PSG, che a suon di milioni hanno provato a convincere giocatore e procuratore a preferire la Tour Eiffel alla Madunina.
E' chiaro che questa vicenda è stata tutto un gran gioco di sponda: il City l'ha cercata nel PSG e nell'Inter, che hanno avuto l'unico ruolo di dire al Milan "abbiamo un'alternativa alla vostra offerta, se non ci date quando offrono gli altri non ve lo diamo".
Il Milan, dal canto suo, in questi giorni la sponda l'ha cercata e trovata nel Catania e in Maxi Lopez, che ha platealmente rifiutata l'offerta del Fulham, perchè desideroso, anche lui come Tevez, di andare unicamente al Milan.
Il tutto contestualmente alla bandiera bianca alzata da Leonardo, che ha rinunciato ufficialmente a Tevez.
"Adesso se non ce lo date alle nostre condizioni, Tevez e il suo ingaggio vi rimangono sul groppone, visto che un altro attaccante lo abbiamo trovato. E rischiate pure una causa per mobbing".
Più o meno questo il senso dei movimenti a cui ha assistito da Manchester la dirigenza del City.
Precisiamo: i contatti tra Milan e Manchester non sono mai venuti meno, e Kia ha lavorato in questo senso direttamente da Londra. Il discorso è quindi continuato su queste basi: prestito con diritto di riscatto offerto dal Milan, prestito con obbligo di riscatto preteso dal City.
Alla fine un punto di incontro si sta trovando attorno ad una soluzione che sta a metà strada: prestito per 18 mesi, con obbligo di riscatto senza condizioni nel 2013.
Il prestito avrebbe un onere di circa 3 mln, il riscatto si attesterebbe attorno ai 22.
Il City si libererebbe di Tevez, il Milan lo avrebbe a bilancio a partire dal prossimo anno.
Forse siamo all'epilogo della Tevez-novela, che dovrebbe (il condizionale d'obbligo) concretizzarsi entro sabato.
Con buona pace di tutti.
Anche di Maxi Lopez, a cui è stato garantito che, comunque vada, sarà del Milan entro fine gennaio.
E sarà messo anche in lista Champions, visto che lui, al contrario di Tevez, in Europa può giocare |
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