di Guglielmo Mastroianni
Rischia di diventare un'ossessione. Dal 2007, anno che coincide con l'ultima vittoria del trofeo, il Milan non supera gli ottavi di Champions. Grave, anzi, gravissimo.
Una simile patente, fino a qualche anno fa, ce l'avevano quelli la. Il fato vuole che quest'anno possa chiudersi un cerchio.
Nel 2008 furono i gunners di Wenger a buttarci fuori, seguiti poi dal Manchester Utd e dal Totthenam lo scorso anno. Ora, di nuovo Arsenal, di nuovo Wenger. Capiamoci: il Milan ha tutte le carte in regola per passare il turno. E questo aldilà degli infortuni, che pure si stanno recuperando.
Il coltello dalla parte del manico ce l'ha Allegri, che mai come in questo caso può essere artefice del proprio destino. Il tecnico livornese ha commesso una quantità enorme di errori in questa stagione, e questo lo diciamo aldilà delle attenuanti legate alle tante defezioni con cui ha dovuto fare i conti.
Innanzitutto, dalla lista degli infortunati che hanno in qualche modo messo in crisi Allegri, va tolto Cassano: l'importanza fondamentale del barese per la nostra squadra, quest'anno, la si è appresa strada facendo. Ad agosto non è un mistero che lo stesso Allegri avesse avallato una sua eventuale cessione. Questo dimostra come tatticamente l'approccio alla stagione sia stato quanto meno discutibile.
Poi una serie di scelte sbagliate, tutte, paradossalmente avvenute in condizioni di emergenza: la sensazione è che Allegri manchi di sangue freddo, di calma nei momenti topici. Manca, in sostanza, di esperienza. E questo è un fin dei conti un bene: significa, in sostanza, che non è incapace. Ma deve capirlo lui per primo. Alcune sue ripetute e stucchevoli scelte devono indurlo a riflettere sul fatto che forse esistano altre verità oltre alla sua.
Abbandonare lo schema con Emanuelson trequartista è una di queste. Soprattutto quando hai armi in più in attacco. Sacchi, profeta, diceva sempre una cosa: "i miei attaccanti, sono i miei primi difensori, non importa quanti siano: si gioca alla fine in 11". Attaccare e difendere di squadra ti permette di uscire dal vincolo dei ruoli. Ancelotti influenzava e condizionava il suo Milan a seconda se schierasse o meno l'albero di Natale: ma lo influenzava psicologicamente, non tatticamente. Allegri deve capire che i suoi giocatori reagiscono allo stesso modo.
L'ottavo di finale di Champions domani è la grande occasione di Allegri di dimostrare cos'ha capito di questo anno e mezzo di Milan. Il talento e le capacità, le ha dimostrate. Adesso deve però dimostrare di essere da Milan. Forza vecchio cuore! |