Ritorno all’antico
In questo frenetico passar del tempo, tutto si evolve...come è giusto che sia...per un progressivo e progressista migliorar delle cose, con mezzi e strumenti che facilitino il quotidiano, rendendolo più  agevole, eliminandone, per quanto possibile, i disagi.

E’ una legge naturale e non scritta per quasi tutti gli accadimenti della vita...quasi appunto...perché tale legge non esiste se si parla di calcio...un mondo a parte dove il progresso, per chissà quale imperscrutabile dictat del non ovvio, risulta blasfemo e sacrilego.

In piena era tecnologica, ad esempio, ancora non si è trovato il modo di sapere, al di là di ogni ragionevole dubbio, se il pallone varchi la linea di porta e la moviola, che in altri sport ha trovato giusta collocazione, non è data di essere, che gli errori macroscopici della terna arbitrale vengono considerati come il sale e pepe dell’imprevisto pallonaro...e poco importa se poi determinano risultati e classifiche...ma in quel di Roma, se invece che il farneticante blaterar di Maggiari si fosse potuto rivedere l’azione discussa, non si sarebbe perso meno tempo, giudicando il giusto ed evitando travasi rossoneri di bile? Mistero della fede...calcistica.

Ma l’apice dell’assurdo viene raggiunto dall’attualità più attuale.

E’ già anomalo, in tempo di normale succedersi di stagioni, programmare partite alle 20.45 nel periodo più freddo, magari anche infrasettimanali, regolandone altre alle 15.00 nel mese di maggio, in nome di un farneticante regolare paritario svolgimento delle gare.

E proprio grazie alla tecnologia le temperature siberiane e le eccezionali nevicate, che in questi giorni hanno avvolto il Bel Paese, erano ampiamente e precocemente previste, con la possibilità di prevedere per tempo gli adeguati accorgimenti. Evidentemente le grandi teste a capo della Lega Calcio sono tutto fuorché benpensanti ed hanno perso un’ulteriore occasione per redimersi, restando protagonisti di una fiera delle castronerie assoluta.

Si è arrivati così all’estremo dell’assurdo...sindrome dello struzzo...testa nella sabbia e nessuna decisione...fino all’inevitabile finale...sospensione di quelle partite il cui campo somigliava più ad una pista di fondo che ad un campo di calcio, con l’aggiunta di un ridicolo “prender tempo” per decidere opportunamente di far disputare le partite previste in notturna in orario pomeridiano.

Troppi gli interessi che ci girano intorno...pay tv docet...con presidenti e affini a buttar le grida di un mediatico teatrino...e chissenefrega di preservare atleti e spettatori...The Show Must Go On...ma a tutto c’è un limite...e così la montagna dell’idiozia ha partorito il topolino dell’ovvio: si gioca tutti alle 15...sia il sabato che la domenica.

Tutto questo baillame ci porterà a riassaporare un piacere antico e quasi (o forse mai) dimenticato.

Il rito della domenica pomeriggio allo stadio, con la radiolina incollata all’orecchio per essere aggiornati, in tempo reale, di quanto succede altrove, con l’emozione dei gol altrui oltre che della squadra del cuore...tutti (o quasi) alla stessa ora questa volta.

Un tempo si giocava alle 14.30 quando le giornate si facevano fredde e corte, alle 15.00 quando si preannunciava primavera ed alle 16 quando il giorno si faceva caldo e luminoso...un presagio di bella stagione...quasi una fase lunare del calcio che scandiva il nostro vivere di tifosi. Le notturne erano riservate alle partite di coppa...particolare emozione che ci scaldava  a prescindere...ed il freddo magicamente si scioglieva al calore di questa nostra passione infinita.
La vivevamo in pienezza, ma senza la frenesia di oggi...vuoi vedere che alla fine ringrazieremo questo sarto impazzito che ha vestito l’Italia da Siberia?

Dolce revival di una domenica dal sapore antico...tutti in campo alle 15
...e non dimenticatevi la radiolina!

Ah...e naturalmente...FORZA MILAN!
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