di Massimo Bambara
Tra il 23 maggio 2007 e il 15 febbraio del 2012 ballano quasi 5 anni. Cinque anni sono un'era sportiva, un ciclo, un periodo molto lungo.
La traversata nel deserto milanista è durata praticamente 5 anni. Cinque anni fra l'ultima Coppa dei Campioni vinta, col sacro fuoco dei vecchi gladiatori, con il loro ultimo atto di passione e dedizione, prima del crepuscolo, ed un ritrovato Dna da Champions.
Mercoledì sera finalmente si è rivisto il Milan versione europea, un Milan che ha fatto un salto di qualità come concezione di squadra, come gruppo, come idea di singoli al servizio di una causa comune, come attenzione dei dettagli finalizzata ad un piano più alto.
Non più una squadra figlia del talento che vuole improvvisare spettacolo, non più un collettivo che si specchia nel passato senza un futuro da scoprire.
Adesso il Milan è una squadra da Champions perchè ci sono 11 giocatori che vanno in campo con la precisa idea di ciò che devono fare, c'è un'idea di calcio adeguata ai tempi moderni, c'è un cambio di mentalità che parte dal portiere e finisce all'ultimo dei panchinari.
La coppia d'attacco titolare di Milan-Tottenham dell'anno scorso è stata Ibra Robinho. La coppia d'attacco titolare di quest'anno in Milan Arsenal è stata la medesima.
Non sono cambiati gli interpreti, è piuttosto cambiata l'interpretazione della gara data dagli stessi; Ibra e Binho di fatto, sono stati i primi difensori del Milan in non possesso, hanno permesso alla difesa di essere meno sottopressione ed hanno impedito all'Arsenal di fare il suo gioco pressando alto sui loro portatori di palla centrali.
Questa abnegazione delle punte, unita al loro talento ed alla loro astuzia offensiva una volta innescati, ha permesso al Milan di colmare quel gap tecnico che lo separava dalle prime squadre europee.
Un deciso calcio nei denti a chi sosteneva che senza certi acquisti non si potesse fare un calcio da Champions (e il Porto allora?) ed un altro a chi metteva in dubbio le qualità di Allegri. Un tecnico Allegri, giovane, al quale vanno lasciati fare anche degli errori, in quanto è negli errori che deve trovare ispirazione per i propri miglioramenti.
Certamente un dato appare incontrovertibile. Abbandonata la via del possesso palla a tutti i costi il Milan è diventato, improvvisamente, più devastante, più decisivo, più cattivo anche nelle situazioni meno sicure. Se a giocatori come Ibra, Robinho e Boateng dai ampi spazi, rendono di certo meglio che negli spazi corti.
Milan Arsenal di mercoledì sera è stato il nostro punto di inizio. O forse un punto di ripartenza. Di sicuro non bisogna tornare indietro. Sarebbe imperdonabile. |