SE SIAMO QUESTI…
La prestazione contro la Lazio all’Olimpico è una di quelle che non vorremmo mai vedere, una prestazione che ti lascia sbalordito, senza parole e con una rabbia incredibile.

Una sconfitta sul campo di un avversario forte e temibile come i biancocelesti (seppur in totale emergenza e senza il bomber Klose) può starci, specie se si gioca in trasferta e contro un avversario dotato, oltre che di un ottimo tasso tecnico, anche di una buonissima organizzazione.
Il punto, però, come abbiamo sempre sostenuto, è che ci sono sconfitte e sconfitte.

Perdere giocando alla morte, con determinazione, provando a reagire sempre e costantemente alle avversità di una partita è un qualcosa che inorgoglisce, che stimola, che aiuta anche a rialzarsi nel modo migliore possibile.
Se mercoledì sera, infatti, avessimo subito una sconfitta come (giusto per citarne una) quella rimediata contro il Barcellona a San Siro lo scorso mese di Novembre, avremmo tirato il petto in fuori e tenuto le spalle belle larghe.
Purtroppo, però, niente di tutto questo.

Tralasciando i meriti dell’avversario, c’è da dire che i Nostri sono entrati in campo lenti, mosci, impacciati, senza un minimo di ritmo e senza un briciolo di aggressività.
Atteggiamento mentale e approccio alla partita, infatti, sono stati a dir poco imbarazzanti.
Personalmente, non mi sentirei di salvare niente di quanto accaduto all’Olimpico.

Per carità, stiamo certamente attraversando un momento di difficoltà a causa delle numerose assenze, soprattutto nella zona nevralgica del campo (a ciò si aggiunga anche che avevamo bisogno di un centrocampista e ne abbiamo preso uno che al momento non possiamo utilizzare poiché impegnato in Coppa d’Africa); così come ci sono pochi dubbi sul rigore prima fischiato e poi convertito in punizione contro da un fantasioso guardalinee.
Quel che dobbiamo sapere, però, è che queste non possono e non devono essere degli alibi per una Squadra come il Milan, tantomeno in un mese decisivo come quello appena iniziato.

La posta in palio in questo mese è altissima, è il momento in cui dobbiamo dimostrare di essere la Squadra più forte del Campionato: sicuramente, però, se continuiamo ad entrare in campo con quell’atteggiamento, con quello sterile e inutile possesso palla, con una mancanza pressoché totale di idee e di inventiva a centrocampo e con la speranza che sia sempre Zlatan a inventare e a tirare fuori dal cilindro la giocata decisiva, abbiamo veramente poco da chiedere a questo Campionato.

L’analisi non vuole certo essere apocalittica, anche perché mancano 17 partite alla conclusione del Campionato e può succedere ancora di tutto, ma è chiaro che bisogna svegliarsi, darsi una mossa e cambiare atteggiamento.
Non basta dire di essere la Squadra più forte per vincere le partite, né tantomeno è sufficiente che sia l’avversario di turno a pensarlo: dobbiamo giocare e comportarci da grandissima Squadra quale siamo e abbiamo dimostrato di essere.
Ora, però, a parlare deve essere il campo, devono essere i fatti.
Di sicuro, però, in questo modo non arriviamo da nessuna parte.

Forza Ragazzi!!!
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