Amarcord
Il Milan è unico ed infinito in ogni cuore di tifoso...unico e molteplice...sempre uguale nelle emozioni...sempre diverso nei protagonisti che tale emozioni suscitano.

Oggi c’è il Milan di Ibrahimovich...ieri era il Milan di Shevchenko...l’altro ieri il Milan di Van Basten...ed i tifosi meno datati hanno più gioito che sofferto con questo Milan pieno di campioni e foriero di vittorie e bel gioco ed è per questo, probabilmente, che sono meno pazienti e pretendono sempre subito e solo il meglio.

Chi, invece, come me ha qualche primavera rossonera in più sulle spalle, si ricorda anche di un altro Milan...un Milan che li ha fatti innamorare e scegliere il rossonero come colore di vita e passione di cuore...un Milan dalle immagini in bianco e nero, che, però, sapeva colorare le emozioni dei suoi tifosi...dove i ruoli erano decisi dai numeri di maglia, rigorosamente dall’1 (portiere) all’11 (ala sinistra)...dove sulle maglie ci trovavi solo il sudore della fatica e nessuno sponsor...prima squadra italiana a vincere la Coppa dei Campioni, antenata della Champions League, la Coppa Intercontinentale...a portare il suo giocatore simbolo a vincere il primo Pallone d’Oro italiano...il Milan di Gianni Rivera.

Chi dice Rivera...dice Milan...e viceversa...in una simbiosi storica che mai è venuta meno e che nessun contrasto o dissapore extracalcio potrà mai sciogliere.

Gianni Rivera, uno dei grandi capitani che grande han contribuito a fare la storia di questa squadra,
diventato adulto con una sola divisa...quella maglia rossonera tatuata virtualmente sulla pelle e sul cuore; era detto il Golden Boy del calcio e non solo italiano...perché le sue giocate ed i suoi gol valevano oro e splendevano dell’aurea luce del talento puro...soprannominato l’Abatino da quel Gianni Brera che spesso si scontrava con lui per il diverso pensiero, ma sempre nel rispetto dei ruoli...Abatino per quel suo fisico elegante e gentile, ma che in campo sapeva sprigionare una classe innata e assoluta...determinato e verbalmente aggressivo il giusto quando c’era da difendere il suo Milan...anche allora contro tutto e contro tutti...che gli eventi si rinnovano e si ripetono nel contendere...pronto a pagare in prima persona il suo audace dire.

12 marzo 2012...si celebra il Rivera Day...un’altra esclusiva pagina della storia rossonera...viene premiato non solo il campione, ma anche l’uomo...un tributo non solo alle qualità professionali, ma anche e soprattutto alle doti umane. Un premio alla vita ed alla carriera, che pochi in passato hanno meritato e ricevuto...grandi come Eusebio, Bobby Charlton e Alfredo Di Stefano.

Gianni Rivera ERA il numero DIECI per eccellenza...tutto calcio e fantasia...quel numero che oggi ha perso la sua poesia perché, come dice lo stesso Rivera, può essere indossato anche dal portiere.

Il Presidente dell’UEFA Michelle Platini, consegnandogli il premio nella Sala Executive dello Stadio di S. Siro, ha detto testuali parole “Gianni Rivera fa parte dell'esclusivo ristretto gruppo di coloro che hanno onorato il calcio con la loro immensa classe ed hanno dato di più di quello che hanno ricevuto. Rivera è eterno come il calcio, una storia infinita. Lui portava il calcio sulla piazza pubblica prima ancora che a Piazza Affari, forse è stato il primo calciatore moderno nell’era mediatica. Ragionava, capiva di strategia, leggeva le partite. Rivera non era solo classe, ma anche risultati. Grazie per essere stato quello che sei stato e di rimanere quello che sei”.

E’ stato emozionante rivederlo a San Siro...come emozionante rivedere i campioni di un tempo che con lui hanno giocato...Altafini Lodetti Hamrin Schnellinger Malatrasi Anquilletti...con la commozione per il ricordo di chi non poteva esserci...come Roberto Rosato...nato come lui il 18 agosto.

Ho voluto di proposito citare quasi per intero le parole di Platini, perché qualcosa non mi quadra...qualcosa stride con le sue parole di elogio...il quasi totale silenzio dei media italiani (eccetto Milan Channel si intende) sull’accaduto...sono state spese fiumi di parole per la farfallina di Belen a Sanremo e ancora se ne parla...mentre un fatto simile, che dovrebbe inorgoglire il mondo sportivo e non solo pallonaro d’Italia, viene fatto bellamente passare per un fatto marginale e di poco conto...facendo nascere nella mia mente pensieri fastidiosi e molesti...forse perché è la squadra di cui Rivera è stato il simbolo che disturba...forse se le strisce fossero state di diverso colore anche  la celebrità dell’evento sarebbe stata diversa...forse penso male, ma si sa...a pensar male si fa peccato, ma molte volte ci si indovina.

Per quanto mi riguarda ed a nome di tutti i tifosi rossoneri...mi sento di dire senza pericolo di smentita...facendo mie le parole di Platini...grazie per essere stato quello che sei stato per il Milan e per noi tifosi...per quelli che come me, che litigavo fin dai tempi delle elementari coi compagni maschi per difenderti, hanno avuto la fortuna di vederti giocare dal vivo e per quelli delle successive generazioni, che hanno imparato a conoscerti grazie ai filmati ed ai racconti degli altri...rimani quello che sei...ma aggiungendo un paragrafo nuovo alla tua storia ed al tuo amore con e per il Milan...che si percepisce immutato e vivo dalle tue parole...torna definitivamente a casa.

Ancora una volta primi nel vincere  e/o nell’essere premiati nel nome del Milan...trofei di squadra o premi individuali non fa differenza...forse è per questo che chi viene da noi, può anche decidere di andarsene per altri lidi...ma avrà sempre nostalgia della casa madre.

Potranno sminuire le nostre vittorie...minimizzare i nostri trofei...
ma non potranno mai zittire la storia

E la storia ha sempre detto...MILAN
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