PERCHE’ SANREMO E’ SANREMO!
di Gianpiero Sabato
Settimana di Sanremo, settimana di musica! Ed allora c’è chi continua a mettere su dei dischi, anche se si tratta di un disco rotto! Basta! Non se ne può più.

Conte continua a dire che “Il Milan è superfavorito”, Marotta gli fa eco e dice “che per sabato il Milan è favorito”, e giusto per ribadire il concetto e dire una cosa non banale anche il Presidente Agnelli sottolinea che “il Milan è favorito”.
Roba da far venire il latte alle ginocchia! Anche il più scaramantico dei napoletani si renderebbe conto che ad un certo punto il giochino di mettere le mani avanti ad ogni piè sospinto finisce per stancare e che ad un certo punto è necessario alzare un po’ il livello delle argomentazioni.

Si può (e si deve) anche parlare di calcio provando ad analizzare un po’ di cose: gioco, tattica, tecnica, stati di forma, incidenza degli infortuni, forza degli avversari ed altro ancora. Invece niente!
Se si venisse a sapere di una grande prestazione sessuale avuta da Conte con la moglie ed un giornalista gli chiedesse un commento in proposito, la risposta del tecnico bianconero sarebbe “sì, è vero, sono stato un vero portento, ma il Milan resta sicuramente favorito!”.

Come se non bastasse il presidentino bianconero (per questioni anagrafiche, si intende) sul giornale di partito (Tuttosport) ci fa sapere che “la Juventus è molto serena” e che invece “il Milan, da come si comporta, sembra non esserlo per niente”, salvo poi chiamare infuriato il direttore del giornale di casa (La Stampa) perché nell’articolo in cui si parla di una telefonata distensiva tra Galliani ed Agnelli il giornalista dà all’AD rossonero i meriti del gesto distensivo e perché la sua foto è messa sotto a quella del nostro.
Ci sarebbe quasi da chiedere l’esame del DNA per avere la certezza che Andrea Agnelli sia veramente nipote dell’Avvocato!

Dispiace constatare un atteggiamento da provinciale della dirigenza e dello staff tecnico bianconero proprio nel momento in cui il lavoro del campo sta dando loro dei risultati di grande livello.
Ed allora non ci resta che fare un appello al nostro allenatore ed ai nostri giocatori: fate di tutto per far vedere che Conte, Marotta ed Agnelli hanno ragione a considerarci favoriti, e sabato sera battete la Vecchia Signora!

Al di là degli scherzi, la vittoria nello scontro diretto potrebbe avere conseguenze importanti nella nostra corsa al titolo, soprattutto a livello mentale.
Dopo le due sconfitte stagionali che la Juve ci ha già inflitto, metterli sotto in questa fase potrebbe far vacillare alcune delle certezza che i bianconeri si sono fin qui costruite con merito. Se la Juve, al contrario, dovesse uscire vittoriosa da San Siro sarebbe poi complicato aprire delle crepe nella compagine bianconera.

Tuttavia queste sono solo sensazioni, la realtà dei fatti ci porta invece ad affermare che lo scontro diretto di sabato sera, a questo punto della stagione, non risulterà ancora decisivo. Perché? Perché in Italia il campionato lo vinci fondamentalmente per due cose: se la difesa prende pochi gol e se non perdi punti con le squadre medio-piccole.

La considerazione che “se non vinci gli scontri diretti non vinci lo scudetto” è un falso storico. Un po’ di sani numeri.
Il Milan dopo 24 giornate ha 50 punti in classifica. Di questi, ne ha racimolati 9 nei 9 scontri diretti con le prime sette della classifica (Juve, Udinese, Lazio, Roma, Napoli ed Inter), vale a dire 9 punti sui 27 disponibili, media 1 punto a partita. Con le restanti 13 avversarie abbiamo raccolto 41 punti sui 45 disponibili in 15 partite (tutte vittorie tranne 2 pareggi a Bologna e Firenze). In pratica con le medio-piccole teniamo una media di 2,73 punti a partita. Se consideriamo che da qui alla fine (ancora 14 giornate) ci attendono 3 scontri diretti (Juventus, Roma ed Inter) ed 11 gare con le altre avversarie, tenendo la media punti attuale porteremmo a casa altri 33 punti, il che vorrebbe dire terminare il campionato a 83 punti, 1 in più degli 82 realizzati lo scorso campionato che sono valsi la conquista dello scudetto (in effetti, a questo punto della stagione abbiamo 1 punto in più rispetto al 2010/2011).
Morale della favola, se faremo 83 punti e non vinceremo lo scudetto perché la Juventus dovesse farne di più, ci sarebbe solo da togliersi il cappello e fargli i complimenti del caso.
Tuttavia, se con una media-punti di 2,14 punti realizzati negli scontri diretti la squadra di Conte ha 1 punto in meno del Milan (seppure con una partita in meno), vuol dire che la media-punti contro le medio-piccole non è soddisfacente, e quindi è difficile che possa fare più di 83 punti finali

Gli scudetti si vincono facendo dei grandi campionati, ma si perdono lasciando per strada dei punti sui campi di provincia. Può anche succedere che pur rimanendo imbattuti gli scudetti li vincano gli altri. Nel 78/79, per esempio, il Milan vinse lo scudetto della Stella arrivando davanti al Perugia di Castagner che chiuse il campionato senza neanche una sconfitta
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