Più forti dell'invidia, più forti dell'ingiustizia, più forti della sfortuna
di Massimo Bambara
Le analogie con la partita del 2 aprile dell'anno scorso si fermano alla squalifica di Ibra. Il Milan eccetto lo svedese aveva tutti i titolari. Oggi abbiamo almeno mezza squadra titolare fuori e alcune primissime alternative non disponibili.

Di fatto, se escludiamo Amelia, Strasser e Merkel, mancano comunque 8 giocatoi importanti, di cui 5 fondamentali.

Pensare ad un altro 2 aprile è pertanto, allo stato dei fatti, utopistico. Dobbiamo essere pragmatici e giocare sui limiti dell'avversario (che ci sono), stare in campo con abnegazione, sfruttare il fattore casalingo che, soprattutto nella parte finale di gara, può darci una notevole spinta.

Il Milan di oggi è letteralmente massacrato dagli infortuni nel reparto di centrocampo ed in avanti. In una situazione del genere, la giornata di squalifica non tolta, ingiustamente, ad Ibra, aggrava le noste lacune e ci permette di avere un solo ed unico obiettivo: compattarci.

Compattarci significa che dobbiamo restare uniti a tutti i livelli, dal Presidente al tifo, passando per la squadra. Compattarci significa scendere in campo con l'idea che ogni rincorsa sarà utile, ogni palla dovrà essere contesa, ogni occasione andrà sfruttata.

Tatticamente parlando è una delle gare più difficili dell'anno.

Il loro 3-5-2 non è nato per caso, ma è stata l'evoluzione ragionato di un processo tecnico in seno alla squadra, nato nella testa del suo allenatore.

Conte infatti è partito, ad inizio stagione, con una squadra che aveva una sola punta davanti e i centrocampisti che si inserivano. Ha alternato all'inizio Vucinic e poi Matri nel ruolo di punta centrale, fino a quando non si è però reso conto che il rendimento dei suoi interni della mediana, Vidal e Marchisio, era in calo.

In un'intervista Conte ha specificato che il cambio di modulo è stato fatto per aiutare Marchisio. Piccola bugia. In realtà il cambio di modulo è stato fatto per agevolare Pirlo, che con 5 centrocampisti ha molto meno campo da coprire e può può dedicarsi quasi interamente all'impostazione del gioco.

E' su Pirlo che va fatta la partita del Milan. E' su di lui che va portato un pressing intelligente, mai teso ad affondare, dato che Pirlo è bravissimo nel mandarti fuori giri con le sue finte di corpo, ma teso esclusivamente ad accompagnare ed a chiudere le diagonali di passaggio.

Per fare questo sarà indispensabile il lavoro in sacrificio degli attaccanti che dovranno, in non possesso, annullare lo scarico facile di Pirlo sui centrali della Juventus.

Uno scarico che gli permette di allegerire l'azione e di ripartire con facilità, in quanto uno dei due centrali spesso sale con la palla al piede (Barzagli sul centrodestra o Chiellini sul centrosinistra) creando una situazione di inferiorità numerica per il centrocampo avversario, oppure gli restituisce il pallone non appena è libero di ricevere.

L'altra situazione chiave, pro Juve, è il modo in cui riceve Vucinic e lo spazio che ha per accentrarsi da sinistra verso il centro, liberando il tiro o l'assist. Su quel tipo di situazione diventa fondamentale il lavoro di raddoppio di Nocerino, che dovrà supportare Abate difensivamente, soprattutto nei momenti in cui ci sarà la salita dell'esterno sinistro bianconero (in dubbio se sarà Pepe, De Ceglie o Estigarribia), tesa a portare via l'uomo.

E' sul recupero palla immediato che il Milan deve costruire la partita, sfruttando le capacità di assist di Emanuelson e i break offensivi di Muntari.

L'ispirazione e la vena delle due punte davanti, Pato e Robinho, sarà determinante, sia in fase di pressing che di scambi nello stretto. Pato, se attacca la linea bianconera, soprattutto sul loro centrosinistra (nella posizione fra Bonucci e Chiellini per intenderci), può risultare letale.

Sulle palle inattive invece, siamo nettamente in difficoltà. Per noi perdere Ibra a zona sul primo palo è un grosso problema, in quanto toglie agli avversari l'opzione di batter il corner stretto sul primo palo per favorire la spizzata di un compagno che arriva.

Invece così la Juve ha più opzioni sui corner, ed ha 4 saltatori pericolosi (Barzagli, Bonucci, Chiellini e Matri), più Vucinic ed eventualmente Pepe.

Non è da escludere che la scelta del terzino sinistro venga fatta anche considerando l'aspetto delle palle inattive sulle quali Mesbah, per mere ragioni di altezza, parte leggermente sfavorito.

Le doti morali però, ovverosia il cuore unito al sacrificio, saranno le componenti chiave di questa partita. Che, chiaramente, non possiamo pensare di vincere solo col cuore, ma senza il quale, forse, rischiamo di partire già battuti.

Abbiamo un unico grande vantaggio: il fattore casalingo. Sfruttiamolo al meglio. E' il momento di fare i tifosi a 360 gradi. E' il momento di sostenere una squadra che merita incoraggiamento e calore.

Sfortunati con gli indisponibili, ingiustamente privati del nostro giocatore migliore, celebrati con la puzza sotto il naso dopo il tripudio contro l'Arsenal.

Com'è che diceva tanto tempo fa il visionario di Arcore? Più forti dell'invidia, più forti dell'ingiustizia, più forti della sfortuna. E' il momento di mettere in pratica questa frase
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